Le “buone pratiche” di protezione civile si raccontano sui social
Cos’è la protezione civile, a cosa servono le “aree di attesa”, quali sono i comportamenti da adottare per prevenire un incendio o mettersi al sicuro durante un’alluvione: partirà martedì 24 ottobre, con una pubblicazione a cadenza settimanale, il piano di comunicazione social elaborato dall’amministrazione comunale di Pietrasanta su indicazione dell’assessorato alla protezione civile e in collaborazione con gli uffici di settore e alcune realtà associative e volontaristiche del territorio cittadino e non, per promuovere anche sulla grande “piazza virtuale” di Facebook “la cultura della protezione civile – sottolinea l’assessore Tatiana Gliori – intesa come formazione alla sicurezza delle persone e del territorio in cui si vive o che si frequenta regolarmente”.
“Le ultime statistiche – ricorda il sindaco Alberto Stefano Giovannetti, che ha anche la delega alla comunicazione – confermano il nostro canale Facebook istituzionale saldamente al secondo posto, per numero di followers, fra quelli delle municipalità toscane, dietro solo al Comune di Firenze. E’ quindi doveroso sfruttare, se così si può dire, questo patrimonio di oltre 54 mila persone che ci seguono regolarmente per offrire il nostro contributo concreto a una divulgazione più continuativa delle buone pratiche di protezione civile e, quindi, alla capacità di auto protezione della nostra comunità”.
Un mix di formazione e informazione “su cui abbiamo iniziato a lavorare a settembre – prosegue l’assessore Gliori – per dare continuità al sempre positivo riscontro che riceviamo durante la giornata nazionale di “Io Non Rischio” e iniziare, nello stesso tempo, un percorso da sviluppare anche in progress, per raccogliere le esperienze migliori e rendere tutti coloro che ci leggeranno più consapevoli di come, a volte, basti davvero poco per salvare la propria vita e quella degli altri”.
Nel piano spazio quindi alle parole e agli strumenti della protezione civile, alle tipologie di rischio, a cosa fare prima, durante e dopo un’emergenza ambientale: “Perché termini come “allerta meteo” od “ondata di calore” sono entrati, ormai, nel gergo comune – conclude Gliori – ma spesso ne ignoriamo l’esatta portata, con il risultato di sottovalutare un rischio o preoccuparci in modo esagerato. Essenziale sarà anche il contributo dei volontari di protezione civile: abbiamo chiesto subito la collaborazione delle associazioni convenzionate con il Comune, che ringrazio personalmente per la disponibilità offerta, insieme a quella dei nostri uffici”.